Geremìa 20,10-13; Salmo 68 (69); Romani 5,12-15; Matteo 10,26-33
Riconoscere Cristo e farsi riconoscere come Cristiani
«Non abbiate paura degli uomini», Gesù avverte, «e non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Se qualcuno volesse ucciderci l’anima saremmo chiamati a reagire perché «bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini».
Accade perché «il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte». Anche se il peccato è entrato nella storia della umanità «a causa di un solo uomo, in tutti gli uomini si è propagata la morte» e «per la caduta di uno solo tutti morirono».
Abitudini e consuetudini divengono leggi alternative alla verità ed alla giustizia, sono oppressive nella coscienza, generano paura e fermano speranza e futuro: «Fino alla Legge c’era il peccato nel mondo».In un mondo regolato da consuetudini (erroneamente definite ‘tradizioni’) lo scoraggiamento è un pericolo che scava il cuore del giusto, fa sentire la solitudine tanto da generare il pensiero: «Tutti i miei amici aspettano la mia caduta». La «calunnia di molti» colpisce l’uomo che corrisponde all’Amore ed è amato da Dio.
1. La Tradizione cristiana è, invece, densa di futuro e mette in luce la dignità ed identità del credente: «Voi valete più di molti passeri!». «Molto di più» è valida «la grazia di Dio» rispetto al peccato ed alla capacità dell’uomo di scambiare per assoluto ciò che è relativo. Lo afferma la Sacra Scrittura: «Il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si è riversato in abbondanza su tutti. Il dono di grazia non è come la caduta».
Ogni giusto, per dono di Dio, può proclamare: «Il Signore è al mio fianco come un prode valoroso». Che fare, dunque? «Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori».
Non vi limitate a lodare il Signore con le parole e rimanere con le mani in mano: occorre operare in senso educativo come comunità, tutti insieme, in ogni campo. «Nessuno, se non sotto l’azione dello Spirito Santo», che unisce al Padre ed ai fratelli «può dire» nemmeno: «Gesù è Signore!»: essere o sentirsi soli impedisce il bene ed il bello.
2. Annunciate: «Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce».
Beato sarà «chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini». Cosa comporta riconoscere Gesù davanti agli uomini? Gridate, suonate, cantate, donate entusiasmo e «quello che ascoltate all’orecchio annunciatelo dalle terrazze».
L’annuncio abbia le caratteristiche della Parola divina, non delle consuetudini umane. Smettiamola con annunci impropri. Lasciamo queste cose agli uomini. Noi annunciamo, come Paolo dopo la infelice esperienza di Atene, «Cristo e Cristo Crocefisso». Paolo, nella sua scienza umana, fu smentito dagli uomini e imparò ad annunciare Cristo.
Non si può commisurare l’annuncio cristiano a ciò che ‘la gente’: vorrebbe ascoltare. Le parole che accarezzano le orecchie diseducano il cuore. Non c’è bisogno di sagre per attirare qualche gaudente in chiesa. Anche Gesù ha fatto mangiare pani e pesci, ma non ha organizzato la sagra del pane e dei pesci! Che abbiamo paura che Facebook blocchi i nostri scritti, che mamme e papà vengano a protestare perché abbiamo osato rimproverare giudizi ed opere errate?
Si abbia il coraggio di proclamare la verità annunciata da Gesù Cristo anche se risultasse scomoda davanti agli uomini. ‘Per questo modo di educare, io credo e mi affido a Cristo; per questo lotto ogni giorno’. A chi avrà riconosciuto e annunciato la Parola, Gesù medesimo promette: «anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli».
«Chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli»: lo annuncia seriamente Gesù che, davanti al rinnegamento di Pietro, ha compassione delle sue lacrime e ne fa arma vincente confermandolo alla guida degli undici.
(didon)