(don Pierpaolo)
“Cos’è che rende una vita degna e un’altra no? Quali sono i criteri certi per misurare la felicità e la realizzazione di una persona?… destano grande preoccupazione gli sviluppi legislativi locali e nazionali sul tema dell’eutanasia… Deprechiamo giustamente le negazioni della vita perpetrate nel passato, spesso legittimate in nome di visioni ideologiche o persino religiose per noi inaccettabili. Siamo sicuri che domani non si guarderà con orrore a quelle di cui siamo oggi indifferenti testimoni o cinici operatori? In tal caso non basterà invocare la liceità o la “necessità” di certe pratiche per venire assolti dal tribunale della storia”.
Dal Messaggio della CEI per la 46a Giornata Nazionale per la Vita
Cari amici, come ogni anno dedichiamo questa prima domenica di febbraio alla Giornata per la Vita. Noi cristiani non possiamo tacere per quello che sta accadendo: non possiamo permettere che la vita di un bambino possa incutere paura. Non è buono che i nostri figli crescano con gli insegnamenti di una società basata sulla perfezione e sul profitto, non è buono che i nostri figli crescano con la paura di mettere al mondo a loro volta dei figli. Vi invito a dire sempre con fermezza “no all’aborto, sì alla vita!”. Non possiamo tacere!
Oggi inoltre la deriva eutanasica mette ancora più pensiero a mio avviso: chi può decidere quando una vita è degna di essere vissuta e quando no? Qualcuno potrebbe dire: l’importante che sia la persona stessa a decidere del proprio destino… ma siamo sicuri che nella nostra società si permetta una libera scelta alle persone? Siamo sicuri che una persona che fatica a vivere per la malattia sia “libera” di togliersi la vita per la sua sovrana volontà di autodeterminarsi, oppure rimane condizionata dagli slogan, dai messaggi pubblicitari, da uno stile di esistenza voluto da altri, dal capitalismo, dalla bramosia del successo, del possedere, della salute a tutti i costi, in fondo da una mentalità demoniaca? Per cui la mia vita è degna di essere vissuta se sono gli altri a deciderlo?
C’è poco da fare, cari fratelli e sorelle: se cancelliamo Dio, cancelliamo anche la dignità dell’essere umano. La nostra vita è degna di essere vissuta non perché è perfetta, in salute, agiata, senza sofferenza, senza malattie, ma perché è amata, perché è storia d’amore. Vi invito a riflettere su questo nelle vostre famiglie: se sono io, e non Dio, a decidere quando e come la mia vita sia degna di essere vissuta, a chi è impedito di dire la sua riguardo la mia vita o la vita dei miei cari? Don Pierpaolo
(don Pierpaolo)