Comunità Parrocchiale Tuscania

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Atti 12,1-11; Salmo 33 (34); 2 Timòteo 4,6-8.17-18; Matteo 16,13-19
Il ‘Patrimonium Sancti Petri in Tuscia’ sta generando un sogno
La Parola di Dio ci riguarda: come in Palestina, «vedendo che ciò era gradito», a Roma fecero «arrestare Pietro». ‘Arrestare’ può avere un altro significato: fermare, impedire il cammino, frenare. La tensione cristiana iniziale si è affievolita, talvolta è divenuta abitudine, non virtù. Vivere senza entusiasmo, crea un noioso e solito presente fatto di osservanze di tipo cristiano. Si preghi con amore entusiasta perché si esca dal sonno.
1. Atti degli Apostoli offre ai credenti il modello di Chiesa: «Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera».2. Sta crescendo la coscienza della dignità e della identità cristiana costituita da Parola e Pane. La comunità «si renda conto che è realtà ciò che sta succedendo». Come Pietro ogni credente possa dire: «Ora so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano» dei persecutori. La parola di Pietro ‘È Risorto’ impressionò il mondo, sconvolse ogni pensiero umano; generò da un lato persecuzione, dall’altro entusiasmo.
Come accadde con Pietro, «Il Signore libererà da ogni male tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione e ci porterà in salvo nei cieli, nel suo regno».
Gesù domanda ancora: «Ma voi, chi dite che io sia?». Proclami la Chiesa la risposta di Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
3. I nostri piedi sono poggiati sulla terra e sui ciottoli sui quali passò Simon Pietro annunciando: «Il Signore mi è stato vicino e mi ha dato forza perché io potessi portare a compimento l’annuncio del Vangelo e tutte le genti lo ascoltassero». Ascoltiamo quel che sorge da questa terra calda dei passi di Pietro primo nostro evangelizzatore. Pietre ed asfalto non ricoprano la storia di un popolo glorioso e festante pur nelle numerose perdite subite. Si rendano i monumenti, non resti del passato né nostalgia, ma memoria di ciò che incompleto e pur perfetto rimane.
Molti vengono come turisti. Non basta: amino la nostra terra, ne comprendano la bellezza unica e preziosa. Il ‘Patrimonium sancti Petri in Tuscia’ un tempo era possesso di terre: si confermi come terra di annuncio e profezia. La chiesa di San Pietro e tutte le altre siano rinnovamento di memoria: non di ciò che fu, ma di ‘chi siamo’.
I sacerdoti di Tuscania, don Pierpaolo, don Michele, Mons. David stanno elaborando un progetto prezioso. ‘Io ho un sogno’: chi viene ad ammirare pietre esca avendo ammirato persone, non solo luoghi; mentalità, non solo sassi. La formulazione dell’itinerario è stata già iniziata da Mons David: percorsi spirituali ed artistici progressivi affinché chi viene ad ammirare chiese e monumenti trasformi il suo peregrinare e divenga comunione educante. Il sogno prenda vita da queste pietre; parli ancora e proclami; si compiano passi, si desti l’eco e divenga voce per la comunità.
Con San Paolo apostolo ogni cuore possa dire: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede». Ed una certezza: «Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno». Paolo Apostolo pensa «non solo a sé», ma anche a tutti coloro «che hanno atteso con amore la sua manifestazione».
È strano il Vangelo: Pietro ha tradito vigliaccamente Gesù, ha pianto amaramente per averlo fatto. La risposta di Gesù è stata: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. A te darò le chiavi del regno dei cieli».
«A Dio la gloria nei secoli dei secoli. Amen».
(didon)