Apocalisse 11,19a; 12,1–6a.10ab; Salmo 44 (45); 1Corìnzi 15,20–27°; Luca 1,39-56
Tue so’ le laude, la gloria e l’honore
La gloria di Dio si rivela nell’uomo vivente. La Assunzione della Vergine Maria è il primo ‘segno’ della gloria riservata ad ogni credente. Per il «segno grandioso nel cielo» tutti lodano «una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle». Il canto dell’Apocalisse si rende chiaro nel Cantico delle Creature di S. Francesco: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle”. Non è ecologia egoistica, paura per il Creato che si ribella perché offeso dall’uomo: è teologia del Creato annunziata all’inizio dei tempi e che si rivela quotidianamente per ogni creatura. Il credente è chiamato ad annunciarla.
La gloria perenne è preceduta da una storia incerta ed insicura per le troppe opposizioni ad un piano di salvezza preparato nei secoli dal Dio di Gesù, figlio di una giovane donna, una vergine della stirpe di Davide, Maria.
Due donne, due madri; due figli: la Sacra Scrittura illumina una donna, Elisabetta, anziana, che riceve l’aiuto inatteso della Madre del Salvatore. Nel momento dell’incontro «il bambino sussultò nel suo grembo» di Elisabetta che, compreso il piano di Dio, acclamò: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!».
Commossa da tanta premura, cantò ancora: «A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo».
Nonostante le opposizioni di molti, il piano di Dio avanza sicuro per la collaborazione di persone capaci di esultare: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Il progetto di Dio avanzò speditamente: Maria «partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni».
Si oppose «un enorme drago rosso», che già all’inizio dei tempi aveva «trascinato un terzo delle stelle del cielo e le aveva precipitate sulla terra, e si pose davanti alla donna» per «divorare il bambino» non appena fosse nato.
La Donna dette già iniziò alla vittoria divina in un inno di gloria al Signore: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore». Un canto simile, secoli dopo, aiutò ad accogliere la comprensione del dono: “Altissimu, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione. Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie mi’ Signore, cum tucte le tue creature”.
La Madre del Salvatore, Maria, proseguì: «Ha guardato l’umiltà della sua serva: d’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono».
San Francesco, non tenendo conto della nobile stirpe, di amici presunti, di denaro e di onore, canterà a Dio per “lo frate sole, bellu e radiante cum grande splendore” perché “de te, Altissimo, porta significatione”. Maria aveva cantato: «Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili».
Due donne, umili, Elisabetta e Maria, svolta la loro missione, si mettono da parte: «Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua». «La donna, Maria, fuggì nel deserto» in attesa del completamento del progetto divino che si sta realizzando nonostante incertezze umane: «sarà la fine[LD1] , quando Gesù consegnerà il regno a Dio Padre. È necessario che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi».
Il progetto di Dio trionferà sul male e sui malvagi e «l’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte». Si avrà, con questa promessa, la capacità di cantare: “Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare”.
Vincitore, insieme con Gesù Cristo, sarà chi canterà: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione, ca da te, Altissimo, saranno incoronati, ka la morte secunda no ’l farrà male”. Sarà adempiuto il canto della Scrittura Sacra: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo che è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti».
Al termine della missione «suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono», dove attende la pienezza della redenzione del Creato realizzata da Parola fatta Carne e dalla cooperazione di ogni credente.
(didon)