La processione
La storia
L’immagine è portata in solenne processione la sera del Venerdì Santo e in quel giorno l’Addolorata è seduta sotto la croce con ai piedi il Cristo morto.
La processione si snoda tra fitte ali di gente raccolta ed orante sommessamente, mentre le finestre ed i balconi delle case, gremiti di persone, sono devotamente illuminati.
La processione si apre con penitenti incappucciati e vestiti con lunghe tuniche bianche, trasportanti simboli della Passione, grandiose croci luminose o trainanti pesanti catene legate alle caviglie.
Poi seguono le donne, vestite di nero, con il volto coperto da un velo, recanti candele, quindi la banda musicale ed infine il clero.
Sostenuta dai sui Araldi, sul trono scintillante di luci, l’Addolorata è seguita da una fiumana di popolo…
Vi sono molte processioni in Italia rievocanti la Passione di Cristo, in cui gente in costume dell’epoca, raffiguranti Cristo, Pilato, le Pie Donne ed altri personaggi delle antiche iconografie tolgono a questa espressione di ingenua religiosità il misticismo ed il raccoglimento
doveroso e necessario. Tuscania con la sua Addolorata, che rammenta la stupenda, marmorea Pietà di Michelangelo, rievoca la Passione del Cristo con la Corredentrice in maniera mistica, religiosa. In settembre, l’Addolorata viene esposta solennemente dal primo all’ultimo del mese, presso la chiesa diSan Giovanni, ove la gente accorre numerosissima, tutti i giorni, a visitarla fino a tarda notte.
Nei tre giorni precedenti la sua festa (15 settembre) si tiene un triduo predicato e, la domenica successiva, si svolge la processione dell’Addolorata che, fino al 1945, si svolgeva verso le ore 17; dal 1946 la processione ha inizio al calar della notte.
In questa seconda uscita dell’anno, l’immagine non è più seduta, ma eretta sotto la croce e non ha ai suoi piedi il Cristo morto, ma è circondata di fiori.
Non è raro che durante il percorso si chieda di far sostare l’Immagine davanti alla casa di qualche infermo, perché questi possa vedere l’Addolorata e chiedere alla Vergine aiuto e protezione.
Per tradizione l’Addolorata, una volta uscita in processione dalla chiesa di San Giovanni, deve terminare il suo percorso e rientrare nella sua chiesa: questa tradizione ha spesso fatto assistere a scene commoventi da parte degli Araldi.
Una volta, mentre la processione dell’Addolorata era giunta a metà percorso, scoppi un tremendo temporale: l’acqua veniva già a scroscio, i tuoni rattristavano ancor più quella serata del Venerdì Santo ed i lampi (la luce se n’era andata) lasciavano intravedere, a sprazzi, l’Immagine grondante d’acqua, con il velo svolazzante alle raffiche di vento.
Il clero ed i fedeli cercarono riparo; la porta del Duomo venne spalancata per ospitare l’Addolorata, ma gli Araldi, bagnati fino alle ossa, senza effettuare soste, preceduti dal solo parroco Mons. Domenico Brizi, di santa memoria, continuarono la loro marcia e, quando giunsero davanti alla chiesa di San Giovanni, alcuni cedettero per lo sforzo, ma l’Addolorata poteva così rientrare nella sua chiesa.
Di quegli Araldi alcuni caddero malati di polmonite, altri riportarono strappi muscolari, ma tutti si ritrovarono l’anno successivo al trasporto dell’Immagine.
* * *
La fede, l’amore, la venerazione dei Tuscanesi verso l’Addolorata fu riconosciuta ufficialmente nel 1923, quando il 16 settembre il rev.mo Capitolo Vaticano, per mano di Sua Eminenza il Cardinale Francesco Ehrle, incoronò l’Immagine e dichiarò l’Addolorata Regina di Tuscania.
La corona d’oro massiccio, tempestata di pietre preziose, era stata donata dal signor Luigi Brannetti, che per molti anni fu il direttore degli Araldi.
Incoronata Regina di Tuscania, a Lei il popolo si rivolse con questa preghiera, composta per l’occasione, da Mons. Copponi, Vicario di Tuscania.
<<Vergine Santissima, che ai piedi della croce, nell’amarezza di incomparabile dolore, ci acquistaste per figli, volgete su di noi il Vostro sguardo pietoso. Ispirateci viva fede, carità perfetta, pazienza invitta nelle tribolazioni di questa misera vita. Da questa cara Immagine, che è pegno e retaggio della fede e dell’amore dei nostri avi, si effonda continua su di noi la Vostra materna bontà. Degnatevi, o Madre nostra Addolorata, perfezionare le nostre anime, custodire i nostri corpi, benedire le nostre imprese, santificare i nostri dolori.
Fate che questo popolo, di cui ora siete l’incoronata Regina, giammai si allontani da Voi, ma fedele e devoto in ogni tempo ai Vostri piedi si prostri per godere ognora gli effetti della Vostra valevole protezione. Otteneteci, o Vergine Addolorata, che non deviando mai dalla retta via, con la guida di Vostre sante virtù, possiamo un giorno raggiungere il cielo e, incoronati di gloria immortale, godere Iddio con Voi per tutta l’eternità>>.
Un Grazie particolare a …
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