Il Complesso monumentale è costituito da una serie di edifici che occupano attualmente quella che era stata l’antica acropoli della città etrusca. Nell’area del recinto sono collocate le due torri, l’arco, il Vescovato, la Chiesa.
Fondata nell’VIII secolo in forme tardo-romane, la chiesa è stata quasi completamente ricostruita nell’XI secolo e ancora trasformata nel XII, con il prolungamento della navata e la costruzione di una nuova facciata. Il monumento è opera di particolare rilievo artistico, storico e architettonico poiché, collocandosi, come origine, agli inizi dell’età paleocristiana, costituisce un evento decisivo per la formazione della tipologia basilicale.
Il portale maggiore, opera di marmorari romani, è articolato su diversi piani di profondità resi da tre archivolti poggianti su colonne lisce e capitelli di forma varia, in parte antropomorfi con valore simbolico; l’archivolto maggiore è decorato da tarsie marmoree e bugne con segni zodiacali e figurazione dei lavori stagionali.
L’ingresso principale è incorniciato da una lesena di marmo con decorazione a mosaico ed è sovrastato da una lunetta a motivi stellari. Una loggia ed un ricco apparato decorativo scultoreo in marmo bianco sormontano il portale stesso. La loggia, con grifoni alati ai due estremi, si articola in 11 arcatelle che poggiano su colonnine marmoree con capitelli ionici. Al di sopra della loggia si ha un ricco apparato decorativo marmoreo chiuso ai due lati da un toro e una giovenca in altorilievo ad aggetto, a sostegno di due paraste laterali e di una cornice orizzontale a mensola con foglie ricurve che funge da separazione del timpano superiore privo di decorazioni.
Al centro dell’insieme decorativo è inserito un rosone marmoreo, inscritto in un quadrato nei cui angoli sono raffigurati a rilievo i simboli di Dio centro dell’Universo. E’ costituito da tre cerchi concentrici in marmo ed è fiancheggiato da altorilievi con draghi alati che inseguono la preda; nelle parti laterali si hanno le raffigurazioni del Bene e del Male del Mondo posto a cornice di due finestre bifore con vasetti decorati a mosaico. Il Regno del Bene e della Salvezza è rappresentato dalla figura di Atlante che sostiene simbolicamente la Chiesa, raffigurata attraverso una ricca vegetazione ad intrecci floreali circolari alternativamente grandi – entro cui sono l’Agnus Dei, due Angeli e i quattro Padri della Chiesa – e piccoli – con testine allegoriche. Il Regno del Male è reso da una figura di demone a tre facce e con un serpente tra le braccia. Dalle bocche delle due facce laterali del demone si sviluppano verso l’alto rami con foglie, fiori e frutti diversi che racchiudono figure di arpie. In alto girali di vegetazione culminano entro le bocche laterali di un altro demone a tre facce.
Le parti laterali della facciata, arretrate rispetto al corpo principale, hanno due portali di accesso con ampi archivolti decorati a motivi vegetali e lunette, in cui sono scolpite un’aquila e un idra in atto di mangiare serpenti. Al di sopra di essi sono poste due protomi leonine di risulta. Motivi di semicolonne ad arcata cieche, con cornici ed archetti pensili, ritmano le parti laterali della facciata e si ripetono lungo le pareti esterne di tutto il complesso monumentale.
L’interno conserva le caratteristiche di un impianto “arcaico” a tre navate con transetto rialzato. La struttura interna si completa con un ciborio, un seggio vescovile ed una limitata serie di capitelli provenienti da età più antica. Proprio per questo motivo la radice classica si presenta come l’aspetto più importante della formazione e formulazione dell’espressività romanica. La pianta, non regolare ma trapezoidale con convergenza verso l’abside, consente una visione simultanea ed unitaria di tutta la massa spaziale.
La navata centrale è separata dalle laterali da colonne di differente fattura e pilastri con semicolonne addossate reggenti arcate a doppia ghiera dentata. Le colonne sono collegate tra loro con muretti e sedili in pietra.
L’illuminazione, affidata a strette finestre, crea notevoli effetti plastici sull’insieme degli elementi scultorei e decorativi presenti all’interno. Nella parete presbiteriale permangono le testimonianze dell’apparato scultoreo dell’originaria chiesa del secolo VIII e del IX nella balaustra del coro e nei parapetti divisori del transetto.
Le pareti erano un tempo completamente rivestite di affreschi riconducibili al mondo pittorico romano del XII secolo. Restano oggi, a seguito del terremoto del 1971, solo poche tracce di Angeli, Apostoli e Santi entro tondi, uniche testimonianze del grande affresco absidale in cui era raffigurato un Cristo ascendente, benedicente e con il globo terracqueo in mano, circondato da una doppia schiera di angeli, dagli apostoli e dai padri della Chiesa.
Sopra l’abside è rappresentato il tema dell’apocalisse. Altri dipinti coevi sono il Cristo benedicente tra due vescovi nell’absidiola di destra e il battesimo di Cristo in quella di sinistra. Nella parte alta del presbiterio sopra l’arcone di destra, sono rappresentate scene della vita di S. Pietro che rimandano allo stile dei dipinti romani di San Clemente databili alla fine dell’XI secolo.
Completa mirabilmente l’ambiente, tra i più straordinari dell’architettura romanica italiana, il pavimento musivo cosmatesco.
Dalle navate laterali, attraverso anguste scalinate si accede alla cripta, preceduta, sulla destra, da un piccolo vano, l’avancripta, organizzata come una cappellina. Questo vasto ambiente – ove nel 648 furono collocati i corpi dei martiri, santi Secondiano, Variano, Marcellano, protettori di Tuscania – ha pianta rettangolare con nove navate longitudinali ed è articolato in quaranta volte a crociera poggianti sulle ventotto colonne a capitelli marmorei di risulta provenienti da edifici romani ed alto medievali della zona. L’absidiola d’altare ha una decorazione con una madonna in trono tra Angeli, san Pietro e san Paolo.
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