Èsodo 16,2-4.12-15; Salmo 77 (78); Efesìni 4,17.20-24; Giovanni 6,24-35
La Parola impegna
Il chiacchiericcio e la mormorazione sono un’arte deleteria comune. Nessuno dica: “Io, no!”. La «comunità degli Israeliti mormorò»: ce l’avevano contro Mosè, mandato da Dio. Che faremmo con uomini mandati da uomini!
Mosè deve agire come vuole il popolo o come vuole Dio? Il prete deve fare quel che vuole il popolo o quel che afferma il Vangelo? Ad esempio: quale è il criterio per accedere ai Sacramenti? La volontà dei genitori? L’età? La classe scolastica frequentata?
Gli Israeliti si domandarono: «Che cos’è?». Non sapevano cosa fosse la manna. (altro…)
Dal secondo libro dei Re 4,42-44; Salmo 144 (145); Efesìni 4,1-6; Giovanni 6,1-15
Il bene ha bisogno di esser guadagnato
“Se così ha voluto il Signore, sia fatta la sua volontà!”: bisogna vedere se ciò che ti è capitato è stata volontà del Signore o di un malvagio che ti ha procurato del male! La preghiera del Padre nostro non recita “Sia fatta la tua volontà”, ma “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra!”. È totalmente diverso.
Nel Vangelo di questa domenica si dice: Gesù «diceva così per metterlo alla prova». Gesù mette alla prova i suoi discepoli per attimi, poi dona sollievo. Formulazioni diverse provengono da atteggiamenti pietistici che non hanno nulla a che fare con il Vangelo di Gesù. (altro…)
Geremìa 23,1-6; Salmo 22 (23); Efesìni 2,13-18; Marco 6,30-34
In disparte, riposatevi un po’
«Come pecore che non hanno pastore» andiamo errando per le vie del mondo.
Parola rimprovera seriamente i pastori: «Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo».
Parola incoraggia il gregge: «Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno». (altro…)
Amos 7,12-15; Salmo 84 (85); Efesìni 1,3-14; Marco 6,7-13
Chiamati e mandati
«Non ero profeta; ero un mandriano; il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge e mi disse: Va’, profetizza al mio popolo»: così descrive la Sacra Scrittura la chiamata del profeta Amos. Chiunque accoglie la Parola con il cuore aperto ascolta la medesima chiamata. Se segui la chiamata, anche tu annunci che «in Gesù Cristo abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe».
È bello essere chiamati, accogliere la chiamata; è bello annunciare la Parola a condizione che non ci si metta in cattedra e si dica: ‘Io vi dico’. Non sei tu che parli: ricordati di far parlare Parola. (altro…)
Ezechièle 2,2-5; Salmo 122 (123); 2Corìnzi 12,7-10; Marco 6,1-6
Subire la vita non è un bell’affare.
Cosa pensa di noi il Signore? È una domanda non frequente.
All’umanità può forse riferirsi la Parola «razza di ribelli, figli testardi e dal cuore indurito che si sono rivoltati contro il Signore fino ad oggi»? Uno sguardo alla storia odierna mostra figli occupati a costruire un mondo egoista ed infedele ed un ‘resto’ di fedeli appartato e talvolta impaurito.
Una folla incredula o miscredente pone dubbi su Gesù nonostante i segni che opera. Anzi, i segni operati divengono occasione di sfida: «E molti, ascoltando, rimanevano stupiti». (altro…)
Sapienza 1,13-15; 2,23-24; Salmo 29 (30); 2Corìnzi 8,7.9.13-15; Marco 5,21-43
Un fine immortale
«Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo». La possibilità di non morire era stata donata alla natura umana: «Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità, lo ha fatto immagine della propria natura». In principio «Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi». La morte è frutto della invidia del diavolo contro chi vive di speranza e la semina. Giotto rappresenta l’invidia come una vipera al posto della lingua.
“Ma il Signore si è dimenticato di me?” è l’angosciosa domanda di una voce piangente: «La mia figlioletta sta morendo». È bello che una figlioletta rimanga per sempre sperduta bambina rendendo ancor più povera una già debole umanità? (altro…)