
Chiesa di S. Giuseppe Tuscania
Posta nel cuore del centro storico del borgo di Tuscania, la chiesa di San Giuseppe si erge in capo a uno slargo – piazzale Cavour – aperto tra la strada provinciale SP12 e via dei Campanari. Orientata secondo l’asse che va da sud-est a nord-ovest, questa fabbrica di impianto prettamente controriformista – ossia una monoaula con cappelle laterali poco profonde fra loro comunicanti – presenta all’esterno una facciata a edicola su due livelli, scandita in modo sintetico da una doppia intelaiatura di fasce con scarsissimo rilievo rispetto al fondo. Volute laterali raccordano i due livelli e altre analoghe volute risolvono il timpano che conclude il prospetto. Al centro del piano della strada – rialzato di dieci gradini – si trova il portale lapideo il quale, segnalato da un timpano semicircolare e fiancheggiato da due nicchie tamponate, occupa il principale dei settori definiti dalle fasce verticali. Sopra, un rosone ottagonale affiancato da due nicchie con conchiglia – quest’ultime corrispondenti alle rispettive sottostanti – definiscono un impaginato maggiormente plastico. All’interno, invece, prende corpo una strutturazione più lineare che, scandita da una serie di semicolonne doriche lisce poste a sostegno della trabeazione poco sporgente, lascia sviluppare fra un sostegno e l’altro quattro piccole cappelle passanti, dotate però solo sul fianco destro (nord-est) di altare (ad eccezione dell’ultima procedendo in avanti). In fondo, sollevato di due gradini rispetto al piano di calpestio, si colloca il presbiterio con coro a terminazione piana: uno spazio di ridotta dimensione rispetto all’aula, concluso dall’altare maggiore e riccamente decorato lateralmente con affreschi parzialmente scomparsi sulle pareti. Qui, inoltre, si aprono due porte: una sulla destra (nord-est) che immette direttamente nella sagrestia; l’altra – sulla sinistra (sud-ovest) – che porta altresì al campanile: una torre quadrata ad un unico livello con cupolino. Quanto alle coperture, sia la sala liturgica sia il coro appaiono risolti per mezzo di una volta a botte la quale, lunettata, garantisce una sufficiente illuminazione diffusa nonostante il limitato numero di due sole finestre per parte.
Notizie Storiche
1637 (raccolta fondi carattere generale)
Sin dal 1637, la confraternita di San Giuseppe ottiene dal vescovo il permesso di raccogliere le offerte dei fedeli nella chiesa di San Lorenzo, dove la compagnia mantiene una cappella e un altare, per destinarle alla realizzazione di una nuova chiesa; sulla cassetta delle offerte viene affissa la scritta “Elemosina per la fabbrica di San Giuseppe”.
1654/05/07 (posa della prima pietra intero bene)
La prima pietra della fabbrica della chiesa, posta in contrada Strada Maestra e inclusa nel territorio soggetto alla giurisdizione della cattedrale di San Giacomo, viene posta il 7 marzo 1654 con la benedizione del canonico Vittorio Consortini alla presenza di tutto il clero, del magistrato e del popolo.
1659 – 1661 (donazioni costruzione chiesa intero bene)
I fratelli Veriano e Gabriele Bassi lasciano per testamento 100 scudi per l’acquisto di una casa da demolire, il cui materiale edilizio deve essere riutilizzato nella fabbrica di San Giuseppe; Sebastiano Mansanti con testamento dell’11 agosto 1661 lascia 500 scudi per finanziare il proseguimento del cantiere della chiesa.
1669 (lavori di costruzione in corso intero bene)
Al tempo della visita pastorale del vescovo Francesco Maria Brancaccio, la chiesa non è ancora ultimata e possiede un solo altare.
XVIII (completamento chiesa intero bene)
Nei primi anni del XVIII la chiesa è completata ed è coperta da un tetto a vista sorretto da travature lignee; sono realizzate le cappelle laterali dell’aula, con gli altari sopraelevati di due gradini, e, sul lato destro del presbiterio, la sacrestia con accesso esterno dal vicolo laterale. Il campanile è dotato di campane. In facciata è costruito con il contributo di Secondiano Marciliani il portale d’ingresso, sul quale viene posta un’iscrizione con il nome dell’oblatore, mentre nella parte superiore vengono realizzate la finestra ottagonale e le nicchie destinate ad accogliere delle statue (quest’ultime non verranno eseguite).
1708/05/11 (visita pastorale intero bene)
La chiesa viene visitata dal vescovo Andrea Santacroce che trova la sistemazione interna molto decorosa. Sull’altare maggiore, dedicato a San Giuseppe, è posto il quadro avente come soggetto il Transito del Santo. Sul lato destro dell’aula sono realizzati gli altari di San Francesco di Paola e di San Francesco Saverio ornati con quadri che rappresentano gli stessi Santi. L’altare di San Francesco Saverio è stato realizzato a spese di alcuni padri Gesuiti per le riunioni della congregazione degli Artisti da loro istituita a Tuscania; lo stesso altare è utilizzato dalla compagnia delle Donne che si propone di incrementare la vita religiosa tra i fedeli.
1720/01/16 (visita pastorale intero bene)
Dalla visita pastorale del vescovo Adriano Sermattei si rileva che è stato consacrato l’altare di Sant’Antonio da Padova e che sulla parete sinistra dell’altare di San Francesco di Paola è stata murata una lastra marmorea raffigurante il Santo con dedica e stemma gentilizio del canonico Bartolomeo Bonsignori.
1744/04/24 (visita pastorale intero bene)
Nella relazione della visita pastorale del vescovo Alessandro degli Abati Olivieri vengono elencati gli altari del Suffragio, di San Nicola di Bari, del Crocifisso e della Madonna del Terremoto.
1786 (descrizione intero bene)
Nella descrizione della chiesa fatta dalla confraternita in preparazione alla visita pastorale del 1786 si afferma che davanti all’altare maggiore vi è una balaustrata in legno, sul lato sinistro dell’aula è in funzione un altare detto “dello stendardo”, dove è stabilmente issato il vessillo per le processioni “di tela dipinto a sugo d’erba”, e in controfacciata è realizzata la cantoria in legno fornita di organo.
1846/05/16 (consacrazione intero bene)
La chiesa viene consacrata dal vescovo Bernardo Pianetti. I particolari dell’avvenimento vengono descritti in una lapide posta a destra della porta d’ingresso. L’iscrizione in lingua latina ricorda che il tempio dedicato a San Giuseppe è stato ridotto a forma più elegante e si fa riferimento all’indulgenza di cento giorni concessa nel giorno anniversario della consacrazione.
1880 – 1883 (visita pastorale e restauro intero bene)
Entro il 1881 si realizzano le coperture voltate dell’aula e del presbiterio; ciò si desume dalla visita pastorale di quell’anno, nel cui resoconto si descrivono anche l’altare dei Santi Martiri (primo a sinistra in prossimità del coro ornato con una tela già adoperata come stendardo con la raffigurazione dei Santi Secondiano, Marcelliano e Veriano) e quello della Madonna del Cerro (non si tratta di un nuovo altare, ma di quello dedicato a San Francesco Saverio dove era stato collocato un piccolo quadro con l’immagine mariana). Si acquistano un lampadario ornato con 130 gocce di cristallo e due lampadari con borchie, pietre di cristallo, fogliame di latta e guarnizioni di ottone. Nel 1882 viene ricostruito il tetto della sacrestia dopo i danni causati dal crollo di un’abitazione attigua e nel 1833 vengono spese 250 lire per eseguire lavori di restauro.
1908 – 1910 (soppressione confraternita carattere generale)
Con decreto reale del 23 gennaio 1908 il patrimonio della confraternita di San Giuseppe e delle altre confraternite di Tuscania passano all’ospedale di Santa Croce diretto dalla congregazione di Carità, istituita per amministrare la pubblica beneficienza con i beni sottratti alle confraternite. Il 18 luglio 1910 viene redatto il verbale della presa di possesso dei beni della confraternita.
1916/06/20 (descrizione intero bene)
Il parroco Bruno Luchetti predispone la relazione descrittiva della chiesa in vista della visita pastorale del vescovo. Il quadro raffigurante il Transito di San Giuseppe dell’altare maggiore è ornato con lo stemma gentilizio dei Consalvi e la tela della Madonna del Terremoto è opera del pittore Antonio Arieti. Il secondo altare sinistro è dedicato alla Madonna della Cintura e le sedie dell’aula sono tutte di proprietà privata. In sacrestia si conservano i ritratti di due insigni confratelli della compagnia di San Giuseppe, il cardinale Ercole Consalvi e il cardinale Fabrizio Turriozzi.
1971 – 1981 (danneggiamento e restauro intero bene)
Dopo il terremoto del 1971 la chiesa viene restaurata.
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Pianta
La chiesa si presenta impostata su una pianta longitudinale monoaula dotata di quattro cappelle laterali passanti per parte. In fondo alla sala, una riduzione della dimensione della stessa e un rialzamento di due gradini segnalano l’inizio dell’area presbiteriale: uno spazio rettangolare concluso sul fondo da un altare a muro. Lateralmente, sulla destra (nord-est), una porta immette direttamente nella sagrestia; dall’altro lato (sud-ovest) – invece – si accede direttamente al campanile: una torre quadrata.
Impianto strutturale
Strutturalmente, la sala liturgica si presenta impostata su un sistema di murature continue perimetrali, interamente intonacate, sopra cui si appoggia una volta a botte lunettata, replicata – senza però le forature – nel presbiterio. Quattro contrafforti esterni, posizionati in corrispondenza della partizione interna, garantiscono la stabilità dell’edificio, a cui collabora anche il campanile nell’angolo sud-ovest.
Coperture
All’esterno, la chiesa appare coperta da un tetto spiovente a due falde. La copertura è uniforme per tutta la lunghezza dell’edificio e il manto è in coppi. All’interno, si osserva nella sala una copertura a volta a botte lunettata per mezzo di due forature per lato. La stessa soluzione – priva però di finestre – si ritrova anche nel presbiterio.
Pavimenti e pavimentazioni
L’aula della chiesa e i suoi relativi spazi accessori sono tutti pavimentati per mezzo di lastre di marmo rettangolari di colore rosato, tessute in senso orizzontale; i gradini si presentano invece in peperino.
Elementi decorativi
La chiesa possiede alcuni elementi di pregio fra cui spiccano due acquasantiere in pietra (XVII secolo, controfacciata), un tabernacolo in legno dipinto (1717, nel presbiterio presso l’altare maggiore) posto nell’altare maggiore (XVIII secolo, presbiterio) e tre quadri raffiguranti rispettivamente il “Transito di San Giuseppe” (XVII secolo, nel presbiterio presso l’altare maggiore), un “San Francesco di Paola” (XVIII secolo, nella navata destra presso la seconda cappella) e una “Madonna in gloria con Gesù Bambino e santi” (XVIII secolo, nella navata sinistra presso la seconda cappella).
Adeguamento liturgico
presbiterio – aggiunta arredo (1971)
Si è provveduto a una ristrutturazione generale dello spazio liturgico tenendo presente le nuove indicazioni. In particolare, si è proceduto a realizzare un altare isolato in legno al centro del presbiterio rivolto verso l’aula antistante. Dietro, invece, sono state collocate alcune sedie per il celebrante ed eventuali ministranti, anch’esse in legno.
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