Geremìa 33,14-16; Salmo 24 (25); 1Tessalonicési 3,12-4,2; Luca 21,25-28.34-36
Paura, Timore, Cammino di Gloria
1. «State attenti a voi stessi»: non è una minaccia, ma un aiuto, perché si impari a ‘camminare la vita’.
Il modo di vivere del mondo è fuorviante; insegna strade diverse da quella di Dio: «I vostri cuori non si appesantiscano». Anche gli adempimenti rituali e legali sono fuorvianti: «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» impediscono un sereno cammino. Una cura possibile ed efficace? «Vegliate in ogni momento, pregando».Tragicamente stupiti, rimandiamo le speranze al futuro: è errato. Gesù dice: «segni vi saranno»; oggi, siamo chiamati a rendere attuale la Parola: «i segni» già ci sono. Li vediamo: guerre, odio, sconvolgimento di nazioni e di popoli, trasmigrazioni, fame, malattie che potremmo curare e non lo facciamo per essere fedeli alle guerre ed all’odio. Rimandiamo al futuro, non pensando che il futuro è iniziato quando Gesù Cristo ha preannunciato. Il futuro è il nostro presente: «sulla terra angoscia di popoli in ansia». Questa ansia dolorosa ci aiuti a comprendere che anche «le potenze dei cieli sono sconvolte». «Quando cominceranno ad accadere queste cose»? È il cammino tragico e glorioso che l’umanità sta vivendo.
2. Quando il cammino avrà il completamento «vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria». Per chi accoglie la Parola non sarà condanna, ma cammino alla gloria: «Risollevatevi e alzate il capo». Siamo invitati a scoprire e rivelare agli altri la speranza negli avvenimenti presenti. L’odio nel mondo apparentemente trionfa. In realtà sta realizzando la sua fine: «La vostra liberazione è vicina». «Io realizzerò le promesse di bene che ho fatto»: “Le speranze non saranno deluse, perché Lui manterrà le promesse; il Signore ci ha benedetto le porte del tempio per noi aprirà”.
“Non temete il giudizio, il Signore è clemente, è un benevolo Padre, indulgente coi giusti. A chi s’è smarrito addita la via”: «Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù: il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti».
La giustizia di Dio è giustificazione; la giustizia umana è condanna. Dio ha la possibilità di rendere giusti: se l’uomo collaborerà con Dio, anche lui donerà giustificazione; compito non raggiunto quando, nel nome di Dio, si fanno guerre e desolazione di «popoli in ansia».
Oltre i limiti umani, «un germoglio giusto eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra e sarà chiamato: Signore-nostra-giustizia». Si può esser parte di questo germoglio giusto per «rendere saldi i cuori e irreprensibili nella santità». A chi vive la sequela di Gesù Cristo, l’Apostolo scrive: «Come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio e così già vi comportate, possiate progredire ancora di più».
‘O Dio, donaci uno spirito vigilante, perché possiamo andare incontro al Signore quando verrà nella gloria’.
(didon)