La storia
INTRODUZIONE DI PERICLE SCRIBONI
Tante volte mi sono domandato perché mai Tuscania abbia un così grande numero di chiese, la maggior parte delle quali e le più belle, sono dedicate alla Vergine. Certamente motivi di prestigio avranno avuto la loro importanza in un periodo in cui Tuscania era grande e potente città, diocesi insigne e antica della Tuscia longobarda; ma pure tante e tali chiese non possono essere soltanto il simbolo di una grandezza terrena, che si esprimeva con superbe costruzioni dedicate alla Vergine per seguire una devozione, ravvivata in Italia dopo le crociate, bensì l’espressione lucida e vera d’una fede semplice e sentita. Una fede che ha sollecitato i Tuscanesi a chiamare con nomi, contitoli diversi la Madre di Dio per sottolineare ogni momento della loro storia in cui palese ed evidente era l’intervento, vorrei dire la presenza di Maria. Ecco allora sorgere, oltre a Santa Maria Maggiore, prima cattedrale della Diocesi, oggi monumento nazionale, la chiesa di Santa Maria delle
Rose, del XV secolo; la chiesa di Santa Maria del Riposo, sul cui altare maggiore troneggia un trittico con dipinti di Pierin del Vaga e al centro del quale c’è la stupenda Madonna del Pastura;la chiesa di Santa Maria del Cerro, ove San Paolo della Croce fondò uno dei suoi ritiri per i Passionisti, la chiesa della Madonna dell’Olivo, e ancora le piccole, modeste chiese della Madonna della Pace, della Neve, dell’Edera, presso le quali, ogni anno, il popolo si raduna per continuare una tradizione rimasta sempre viva nell’animo dei Tuscanesi.
Anche sulle porte della città medievale, sulla porta di Montàscide, di San Pellegrino, di Poggio, vivono i segni della venerazione alla Vergine: mani di ignoti artisti hanno dipinto semplici, modeste, ma vive figure di Madonne. Ogni chiesa quindi, ogni immagine direi, ha una sua storia, che si innesta nella storia della nostra città, del nostro popolo; e che tutti, chi più chi meno, conoscono. Soltanto la Vergine Addolorata non ha una sua storia ben precisa, conosciuta da tutti, per questo vogliamo raccontarla: questo è lo scopo del presente libretto.
Pericle Scriboni
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