L’ADDOLORATA DI TUSCANIA VERSO ROMA
Il sole non è ancora spuntato dai monti Cimini, la notte sembra restia a lasciare il posto alle prime luci dell’alba, che presso il viale Trieste, uomini, donne, ragazzi, insolitamente allegri e vocianti attendono gli autobus che devono trasportare a Roma i fedeli dell’Addolorata.
Presso la chiesa di San Giovanni, gli Araldi con il loro presidente, provvedono a sistemare il trono dell’Addolorata sul camion di Morelli che, ultimata l’operazione, parte immediatamente per la capitale. L’Immagine ed il Cristo Morto vengono sistemati sull’auto di Maurizio Nardi che segue il camion di Morelli.
Al viale Trieste, giunti gli autobus per i fedeli, don Domenico Zannetti chiama i prenotati assegnando i posti. Dai nomi chiamati si viene a conoscenza che, oltre i Tuscanesi, sono presenti devoti di Marta, Piansano e Arlena.
Prima e dopo la lunga autocolonna di autobus, partono decine e decine di macchine private trasportanti fedeli.
L’appuntamento per tutti è alle ore nove davanti alla chiesa della Traspontina in via della Conciliazione, a Roma.
Quaranta butteri con i loro cavalli raggiungeranno Roma in treno e scenderanno alla stazione di San Pietro, ove sar ad attenderli la banda musicale dei butteri.
Quando il camion di Morelli si presenta davanti alla chiesa della Traspontina con il trono dell’Addolorata, unitamente agli autobus degli Araldi, sono le otto; dopo pochi minuti giunge anche la macchina del prof. Maurizio Nardi recante l’Immagine ed il Cristo Morto. Astilio Scriboni, Moretti Benedetto, Guido Brachetti, Pericle Scriboni, Giuseppe Corinti, don Dario Nardi, con l’ausilio di altri Araldi, provvedono all’interno della suddetta chiesa, alla sistemazione dell’Addolorata e del Cristo Morto sul trono.
La Regina di Tuscania attira l’attenzione dei fedeli romani che si trovano in chiesa e di quanti entrano.
In via della Conciliazione stanno giungendo gli oltre mille Tuscanesi, che hanno seguito la loro Regina. Moltissimi i Tuscanesi residenti a Roma convenuti per rendere omaggio all’Addolorata. Notiamo: il dott. Luigi Sartori, Giuseppe Sabatini, l’avv, Carlo Ginesi, Pietro Franceschini, le signore Maria Pasquali e Nazzarena Fioretti, i signori Mario Ciccioli, Giuseppe Benigni, Luigi Bellomarini, Mauro Pasquali, Ugo Petrini e tanti altri, che lo spazio non ci consente di nominare.
Agli oltre mille Tuscanesi, in attesa che dalla Traspontina esca l’Addolorata di Tuscania, si sono uniti altre migliaia di pellegrini; vediamo il Gonfalone di Tuscania portato dai Vigili Urbani in alta uniforme e due carabinieri in attesa dell’uscita della Madonna.
Oggi, per la manifestazione dei Tuscanesi, via della Conciliazione è chiusa al traffico. Le finestre dei palazzi sono gremite di gente, incuriosita dall’inconsueto spettacolo.
Sono le dieci e quindici quando si odono in lontananza i rulli di tamburo, annuncianti l’arrivo della banda musicale di Tuscania, che precede i quaranta butteri a cavallo.
I pellegrini, già a piazza San Pietro, quelli in via della Conciliazione e i Tuscanesi qui radunati, quando vedono il complesso bandistico con la sua folcloristica divisa, lo accolgono con scroscianti applausi che si intensificano, tramutandosi in ovazione, quando appaiono i butteri in sella ai loro magnifici mezzosangue, diretti con la banda in via della Conciliazione, a rendere omaggio alla Regina Addolorata di Tuscania. Stupenda visione!!
Il prof. Cesetti precede l’altro cavaliere, che porta l’amaranto Gonfalone, ed i quaranta butteri.
Via della Conciliazione è ora letteralmente gremita e l’attenzione di tutti è rivolta all’ingresso della chiesa Traspontina. Quando l’Immagine dell’Addolorata, Regina di Tuscania, sulle spalle dei suoi Araldi, appare agli astanti, un grido possente di “VIVA MARIA”, risuona da via della Conciliazione a piazza San Pietro. Apre la straordinaria processione la banda musicale, seguita dai butteri a cavallo, dagli Araldi, quindi dal vescovo Boccadoro ed i sacerdoti di Tuscania; ed ecco sul trono, artisticamente intagliato ed illuminato, sostenuto da sedici Araldi, la venerata Immagine dell’Addolorata di Tuscania seguita da due vigili urbani in alta uniforme, dal rag. Mauro Firmani in rappresentanza del Sindaco, dal sen. Onio Della Porta, da S.E. il prefetto di Viterbo dott. Pandolfini, dal comandante del gruppo Carabinieri di Viterbo, dal comandante la tenenza dei Carabinieri di Tuscania ten. Agus, ed una marea di popolo.
Si rinnovava dopo venticinque anni il trionfo dell’Addolorata, nel centro della cristianità.
Le migliaia di pellegrini, facenti ala al passaggio della straordinaria processione, sorpresi e sbigottiti da questa manifestazione di fede, l’accompagnano con continui battimani e segni riverenziali verso l’Immagine.
All’ingresso di piazza San Pietro è schierata la banda musicale ed i quaranta butteri che, all’unisono, si tolgono il cappello in segno di saluto al passaggio dell’Addolorata.
I fotografi presenti costringono gli Araldi ad una sosta presso l’obelisco, per poter riprendere l’Immagine. Ora gli Araldi si accingono a salire con il dolce peso la scalinata che conduce al sacrato della basilica, e a dirigersi verso la navata centrale. All’ingresso dell’Addolorata le migliaia di pellegrini presenti nella basilica, l’accolgono con uno scrosciante applauso. Sotto le volte del più grande tempio della cristianità, si ode il passo strisciante degli Araldi, che portano l’Immagine presso l’altare maggiore di San Pietro.
S.E. il vescovo Boccadoro, indossati i paramenti sacri, concelebra con i sacerdoti tuscanesi, la S. Messa per gli Araldi ed i fedeli entrati nella basilica. Dopo il Vangelo, S.E. annunciava ai Tuscanesi che il Santo Padre li avrebbe ricevuti in udienza dopo la S. Messa.
L’Immagine dell’Addolorata resterà esposta in San Pietro fino al pomeriggio.
Terminato il rito religioso, gli Araldi, preceduti dal loro alfiere Enrico Moretti e seguiti dai tanti Tuscanesi, si predispongono a raggiungere l’aula delle udienze. Quando vi giungono, oltre cinquemila pellegrini hanno già occupato i loro posti e salutano l’ingresso degli Araldi con simpatia ed applausi.
Il Pontefice Paolo VI, nel suo discorso ai presenti, ha parole paterne e di plauso per gli Araldi dell’Addolorata ed i butteri di Tuscania, degnandosi di donare allo scrivente, anche presidente degli Araldi, la medaglia dell’Anno Santo. Dopo l’udienza pontificia, gli Araldi con gli altri Tuscanesi, raggiungono i vari ristoranti precedentemente prenotati per consumare il pranzo.
L’appuntamento per il trasporto dell’Immagine da S.Pietro alla chiesa della Traspontina è fissato per tutti alle ore 17.00.
Purtroppo, come sovente avviene quando si ha a che fare con migliaia di persone, non tutti rispettano gli orari fissati ed all’ora stabilita, in San Pietro sono presenti gli Araldi e centinaia di fedeli, in attesa dei sacerdoti. Alle ore 18.00, disposti gli Araldi sotto il trono, il presidente ordina: “SOLLEVATE A SPALLA”, al VIA”, con passo strisciante e celere, l’Addolorata di Tuscania sulle spalle dei suoi figli, tra gli applausi dei presenti e rinnovate grida di “VIVA MARIA”, lascia la basilica di S.Pietro. La grandiosa Piazza, via della Conciliazione, fino alla Traspontina, sono percorse dagli Araldi, mentre si rinnovano tra gli astanti, scene di viva ammirazione e di fede al passaggio della Regina Addolorata. Due Araldi, con grandi cesti di garofani, portati nella mattinata da bambini di Tuscanesi residenti a Roma, precedono la sacra Immagine. Entrati nella Traspontina, si iniziano le operazioni per sistemare l’Immagine ed il Cristo morto sulla macchina che è in attesa per il ritorno a Tuscania; così per il trono. Mentre si è intenti a togliere dal trono l’Addolorata, si avvicina una madre con il figlio handicappato tutto tremante, la donna cerca di prendere il lembo del nero velo che scende dal capo ai piedi dell’Addolorata, senza riuscirvi, istintivamente io le porgo il velo che lei prende e, guardando l’Immagine, lo pone sulla testa del proprio figlio…….a questa scena io e gli Araldi presenti sentimmo una stretta al cuore e, con un groppo in gola pregammo la Madonna di esaudire le richieste di quella madre.
Così si chiudeva la giornata, che per la seconda volta, vedeva l’apoteosi dell’Addolorata di Tuscania a Roma.
Un Grazie particolare a …
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