«Nel principio» Padre, Parola e Santo Spirito danno inizio al Creato. La persona umana, creatura molto bella e buona, per sua superbia, crede al Menzognero. Fu il Peccato. Invece dell’attesa condanna, la solenne Promessa di Salvezza e Liberazione. L’ attesa coinvolge i popoli ed il Creato intero. Per questa Promessa, la misericordia del Creatore dona perfino il Figlio: «È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini: su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.
Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo».
«Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro».
Quando iniziò a realizzarsi la Promessa? «Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria».
Dove accadde? A «Betlemme» di Giudea.
Come accadde? «Mentre, Maria e Giuseppe, si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto». «Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia».
Tra gli uomini chiamati a tenere viva l’attesa, non vi fu un posto di rifugio. I più poveri ebbero capacità di ascoltare la presenza dell’atteso da tutte le genti e dall’immenso Creato: «un Angelo del Signore si presentò ad alcuni pastori».
Non impauriti, ma ansiosi e timorosi ascoltarono: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore».
Voi, umili, non potete sbagliare: «Questo per voi è il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Il Creato sussultò di gloria: «Gloria a Dio e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
La Promessa si sta realizzando: «Apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini».
«Ecco, arriva il tuo salvatore»; per voi umili, che non avete dimenticato la Promessa, «egli ha con sé il premio e la ricompensa».
Ai Pastori è sufficiente la Parola dell’annuncio: «Egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, affinché, resi giusti per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna».
Coloro che accolgono, pochi umili tra le nazioni, «li chiameranno Popolo santo, Redenti del Signore con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro».
Il linguaggio umano è insufficiente ed incapace di comprendere: chiede inutili spiegazioni e chiarimenti.
La Promessa è resa, dunque, vana?
Potrete conoscere tutto se accetterete come vero il messaggio: “Ti vorrei parlare: a te, però, non serve il parlare”.
“Ti voglio bene; voglio il tuo bene. Accogli l’Amore: mi siederò vicino a te e camminerò accanto a te”.
Per chi accoglie il messaggio: “Buon Natale al Signore Gesù ed a voi!”.
(didon)