Gènesi 3,9-15; Salmo 129 (130); 2Corìnzi 4,13-5,1; Marco 3,22-30
Abitare
1. La paura è dannosa. Porta con sé diffidenza, distacco, fuga. Così accadde all’inizio dell’umanità: e fu il deserto del cuore. Adamo risponde al Creatore che lo chiama: «Ho udito la tua voce: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
Come è sorto in te questo stato d’animo? Eri amico; parlavi con le mie parole; vivevi i miei sentimenti: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».Separazione, desiderio di stare lontano e nascosto: «Tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».
L’ansia e gli affanni rendono la vita infelice perché spezzata, divisa fra mille futili interessi: «Una casa, divisa in se stessa, non potrà restare in piedi». La separazione caratterizza l’esistenza: ricchi sfruttano le necessità dei poveri; posseggono abitazioni terrene. Non hanno figli, ma soldi e case disabitate o inabitabili dalle quali uscire prima possibile. Poveri sfruttano le debolezze dei ricchi; hanno figli, non case.
L’idea umana che dio serve all’uomo per ‘avere’ incrina la serenità di chi è alla ricerca dell’abitare una casa accogliente e sicura per tutti. Case abitate da persone ‘sole’ completano la desolazione del tempo presente: soli e divisi è impossibile vivere. Oggi le vere famiglie ‘son rade’ il padre vive separato dal figlio, lo sposo dalla sposa, il fratello dal fratello e si ritrovano soli. Da soli non si può abitare affetti. Si hanno dimore e non si abita; si posseggono case splendide dove non è bello soggiornare. Viaggiatori e non figli abitano case trasformate in albergo, dove si paga caro l’abitare. È paura della Speranza ed è già condannata.
2. L’unica scappatoia, coscienti di avere errato, è cercare scuse: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». È solito scusarsi scaricando responsabilità: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
3. Il Dio di Gesù Cristo è il Dio della Promessa di salvezza. È dono, protezione: non è il Dio della paura. «Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe». Stirpe è famiglia di affetti vissuti; porta memoria del primo autore, il Creatore, in rapporto di amore con la Creatura.
La narrazione di Genesi segna l’inizio di una lotta che, pur con perdite temporanee, avrà, come unico vincitore, la stirpe della donna: «Questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Non una sola persona: la ‘stirpe’ intera, nemmeno il solo Figlio della Donna, anche se lui sarà il Salvatore, il Redentore. Tutta la discendenza, tutta la stirpe umana colpevole ed in attesa di redenzione: desiderio, aspirazione, bisogno di tornare a casa.
4. Abitare una casa: «Quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione». Sulla Promessa è fondata la Speranza: «Per questo non ci scoraggiamo». Constatare che, giorno dopo giorno, «il nostro uomo esteriore si va disfacendo» procura affanni. Chiamati a testimoniare che «l’uomo interiore si rinnova di giorno in giorno» non si può farlo da soli, ma in una comunione di credenti e testimoni. La Parola afferma che «il peso della nostra tribolazione» sarà «momentaneo, leggero» e «ci procurerà una quantità smisurata ed eterna di gloria».
Il bisogno di essere ‘insieme’ sarà soddisfatto nell’abitare «una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli». Per abitare non serve e non basta avere una casa: è essere padre, madre, figli; insieme; avere una mano da stringere con fiducia, un cuore rifugio nelle ore di dolore, un volto sereno da ammirare e gioire, un padre capace di gioire nel donarti un pane; un bambino felice nel donarti un sorriso; una madre anziana e forse malata cui porgere un sorso d’acqua. Abitare non è avere una dimora, anzi è aver vicino persone. Abitare una casa è vivere passioni intense e durature ed invocare e pregare. È fermarsi e non correre in fretta per andare altrove. I bambini abitano dove hanno un babbo ed una mamma. Casa è capanna: focolare attorno al quale si avverte il calore del cuore e si narra la vita guardandosi gli occhi.
(didon)