Amos 7,12-15; Salmo 84 (85); Efesìni 1,3-14; Marco 6,7-13
Chiamati e mandati
«Non ero profeta; ero un mandriano; il Signore mi prese, mi chiamò mentre seguivo il gregge e mi disse: Va’, profetizza al mio popolo»: così descrive la Sacra Scrittura la chiamata del profeta Amos. Chiunque accoglie la Parola con il cuore aperto ascolta la medesima chiamata. Se segui la chiamata, anche tu annunci che «in Gesù Cristo abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe».
È bello essere chiamati, accogliere la chiamata; è bello annunciare la Parola a condizione che non ci si metta in cattedra e si dica: ‘Io vi dico’. Non sei tu che parli: ricordati di far parlare Parola. Da Parola apprendiamo con gioia che «in lui siamo predestinati a essere per lui figli adottivi, lode della sua gloria»; da Parola sono inviato a coinvolgere altri: «In lui, anche voi» andate e testimoniate. Nessuno che abbia orecchi e cuore può dire ‘Io, no; a me, no’: «In lui ci ha scelti per essere santi e immacolati nella carità e per ricondurre al Cristo tutte le cose».
Il Vangelo scrive: «Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli». Gesù dette una missione ben determinata: sarebbe giusto non cambiarla.
Chi è chiamato a seguire il Vangelo? Chiunque si gloria di avere aperto il Vangelo: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi. Non passate di casa in casa». «E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone»; non per bastonare, ma per aiutare a camminare: «né pane, né sacca, né denaro; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche». Abbiamo preso pane, sacca, e case e campi e capitali; e preziosi vestiti e cerchiamo la ‘stagione’ più comoda. Tutti abbiamo di più. Siamo dunque infedeli al Vangelo? Abbiamo in dote una personalità composita, valori spirituali e fisici: non sono rinnegabili né gli uni né gli altri. L’essere corporeo, per sé, non si oppone a valori più alti. Ciò che di superfluo, però, sarà stato aggiunto, eccetto l’amore, verrà lasciato. Soltanto l’amore rimarrà.
È possibile rispondere alla chiamata e sfuggire al martirio costante della vita quotidiana? Certamente: «Se non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Anche Gesù, quando non era giunta la sua ‘ora’ sfuggì alle mani dei suoi nemici, li scacciò, li redarguì in modo energico e si allontanò. Quando giunse la sua ‘ora’ si diresse decisamente verso Gerusalemme.
Gli Apostoli furono rispettosi delle leggi degli stati, ma risposero decisamente: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini». «E proclamarono che la gente si convertisse»: non cessa il bisogno di proclamare il Vangelo anche quando costasse il martirio.
Gesù scelse uno stato di vita che io non sono capace di scegliere (mi auguro: voi, sì): per riuscire nel suo ideale più volte si allontanò dai discepoli e «se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio».
Rifugiarsi nella preghiera. Ma se non ho ancora imparato ad essere in colloquio con il Padre? Chiediamo al Padre il tempo per imparare. Si è sempre degni di invocare il Padre.
Quando non ce la faccio a pregare? Lotto con tutto me stesso per giungere alla preghiera e ad imparare a lodare il Padre, il Figlio ed il Santo Spirito: «Benedetto Dio, che ci ha benedetti in Cristo».
Ed invocare: «Concedi alla tua Chiesa di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia».
(didon)