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I Butteri del prof. Cesetti

I BUTTERI DELL’ARTISTA GIUSEPPE CESETTI
Credo doveroso rammentare a tutti, che per volontà del nostro insigne artista Giuseppe Cesetti, Tuscania ha potuto riavere la banda musicale ed i butteri. La banda musicale, sotto la direzione del giovane maestro Francesco Nassi, Araldo dell’Addolorata, è riuscita a proseguire la tradizione musicale di Tuscania, che agli inizi del secolo ebbe un grande maestro in Francesco Gori, con presenze e vittorie in raduni internazionali, seguiti da lunghi anni di successi con il maestro Raffaele Eusepi. Ci auguriamo che tutti i responsabili della vita civile e sociale di Tuscania comprendano l’esigenza di far vivere quella banda musicale, che sempre dette prestigio alla nostra città.
Oltre la banda, il prof. Cesetti volle che i butteri, già cavalieri dei boschi ed acquitrini della maremma laziale, insuperati domatori di cavalli, accorti custodi di mandrie di buoi e cavalli maremmani, tornassero sui loro destrieri a rammentare ai Tuscanesi d’oggi un passato oramai dimenticato, attualizzando nel contempo una tradizione, che il progresso tende a cancellare. Ed i pronipoti di quei butteri, che nel Settecento portavano fiori di campo alla Vergine SS. del Cerro, hanno voluto scortare l’Addolorata Regina di Tuscania, per le vie di Roma.
Gli Araldi, grati ai butteri per la loro presenza, ricordano ai Tuscanesi tutti, quando i nostri butteri, presenti ad Assisi in altra manifestazione, vennero definiti il miglior gruppo.
Ci auguriamo di tutto cuore che quanto voluto dal prof. Cesetti, coadiuvato da Astilio Scriboni, da Andrea Bartoccioni ed altri volenterosi, resista al tempo e vivifichi ancor più tradizioni a tutti care.

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Il ritorno a Tuscania

IL RITORNO A TUSCANIA DELL’ADDOLORATA
Gli autobus con i pellegrini Tuscanesi, alle 18.30, si avviano verso Tuscania. Il camion di Morelli e l’autobus degli Araldi, partono da Roma alle 19.00. Alle ore 21.30 siamo a Tuscania e sostiamo a Rio-fecciaro. Poiché l’arrivo degli Araldi con l’Immagine era previsto per le ore 23.00, presso Rio-fecciaro e piazzale Trieste, ci sono ad attendere pochissimi fedeli. Tolto dal camion il trono, gli Araldi sistemano su di esso l’Immagine con il Cristo Morto; mentre avviene l’operazione, la voce che è giunta la Madonna, come un baleno, fa il giro della città e, dalle case vicine, da via dell’Olivo, via Tarquinia, dalla Petrella, dalla porta di Poggio, da quella di San Marco, ecco arrivare moltissimi fedeli.

Gli Araldi si accingono all’ultimo sforzo di questa giornata, movendo da Rio-fecciaro verso viale Trieste. Per la prima volta nella storia dell’Addolorata, gli Araldi entrano con l’Immagine dalla porta Montàscide, superando il difficile ostacolo costituito dalle limitate dimensioni della porta medievale; via Marconi, piazza Mazzini, via Cavour, sono percorsi speditamente. Dopo una breve sosta davanti alla chiesa di San Giovanni, gli Araldi fanno entrare l’Addolorata, mentre i fedeli, divenuti numerosissimi, applaudono gridando l’ennesimo: “VIVA MARIA”; ma il più potente, filiale, è quello gridato dagli Araldi, quando depongono la loro Madre presso l’altare maggiore.
Mentre si chiude questa memorabile giornata, è come un sogno ripensare alle stupende visioni di via della Conciliazione, piazza San Pietro, rivedere la nostra Madonna presso l’altare della confessione e la gloria del Bernini nella basilica di San Pietro, ma solo ora che l’Addolorata è nella chiesa della sua e nostra città, i cuori ritrovano la vera pace e la sicurezza che, a vegliare su tutti e per tutti, è Lei, Regina di questo nostro popolo che onora e ama, sopra ogni cosa, Maria SS.

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L’Addolorata verso Roma

L’ADDOLORATA DI TUSCANIA VERSO ROMA

Il sole non è ancora spuntato dai monti Cimini, la notte sembra restia a lasciare il posto alle prime luci dell’alba, che presso il viale Trieste, uomini, donne, ragazzi, insolitamente allegri e vocianti attendono gli autobus che devono trasportare a Roma i fedeli dell’Addolorata.
Presso la chiesa di San Giovanni, gli Araldi con il loro presidente, provvedono a sistemare il trono dell’Addolorata sul camion di Morelli che, ultimata l’operazione, parte immediatamente per la capitale. L’Immagine ed il Cristo Morto vengono sistemati sull’auto di Maurizio Nardi che segue il camion di Morelli.
Al viale Trieste, giunti gli autobus per i fedeli, don Domenico Zannetti chiama i prenotati assegnando i posti. Dai nomi chiamati si viene a conoscenza che, oltre i Tuscanesi, sono presenti devoti di Marta, Piansano e Arlena.

Prima e dopo la lunga autocolonna di autobus, partono decine e decine di macchine private trasportanti fedeli.
L’appuntamento per tutti è alle ore nove davanti alla chiesa della Traspontina in via della Conciliazione, a Roma.
Quaranta butteri con i loro cavalli raggiungeranno Roma in treno e scenderanno alla stazione di San Pietro, ove sar ad attenderli la banda musicale dei butteri.
Quando il camion di Morelli si presenta davanti alla chiesa della Traspontina con il trono dell’Addolorata, unitamente agli autobus degli Araldi, sono le otto; dopo pochi minuti giunge anche la macchina del prof. Maurizio Nardi recante l’Immagine ed il Cristo Morto. Astilio Scriboni, Moretti Benedetto, Guido Brachetti, Pericle Scriboni, Giuseppe Corinti, don Dario Nardi, con l’ausilio di altri Araldi, provvedono all’interno della suddetta chiesa, alla sistemazione dell’Addolorata e del Cristo Morto sul trono.
La Regina di Tuscania attira l’attenzione dei fedeli romani che si trovano in chiesa e di quanti entrano.


In via della Conciliazione stanno giungendo gli oltre mille Tuscanesi, che hanno seguito la loro Regina. Moltissimi i Tuscanesi residenti a Roma convenuti per rendere omaggio all’Addolorata. Notiamo: il dott. Luigi Sartori, Giuseppe Sabatini, l’avv, Carlo Ginesi, Pietro Franceschini, le signore Maria Pasquali e Nazzarena Fioretti, i signori Mario Ciccioli, Giuseppe Benigni, Luigi Bellomarini, Mauro Pasquali, Ugo Petrini e tanti altri, che lo spazio non ci consente di nominare.
Agli oltre mille Tuscanesi, in attesa che dalla Traspontina esca l’Addolorata di Tuscania, si sono uniti altre migliaia di pellegrini; vediamo il Gonfalone di Tuscania portato dai Vigili Urbani in alta uniforme e due carabinieri in attesa dell’uscita della Madonna.
Oggi, per la manifestazione dei Tuscanesi, via della Conciliazione è chiusa al traffico. Le finestre dei palazzi sono gremite di gente, incuriosita dall’inconsueto spettacolo.
Sono le dieci e quindici quando si odono in lontananza i rulli di tamburo, annuncianti l’arrivo della banda musicale di Tuscania, che precede i quaranta butteri a cavallo.
I pellegrini, già a piazza San Pietro, quelli in via della Conciliazione e i Tuscanesi qui radunati, quando vedono il complesso bandistico con la sua folcloristica divisa, lo accolgono con scroscianti applausi che si intensificano, tramutandosi in ovazione, quando appaiono i butteri in sella ai loro magnifici mezzosangue, diretti con la banda in via della Conciliazione, a rendere omaggio alla Regina Addolorata di Tuscania. Stupenda visione!!
Il prof. Cesetti precede l’altro cavaliere, che porta l’amaranto Gonfalone, ed i quaranta butteri.
Via della Conciliazione è ora letteralmente gremita e l’attenzione di tutti è rivolta all’ingresso della chiesa Traspontina. Quando l’Immagine dell’Addolorata, Regina di Tuscania, sulle spalle dei suoi Araldi, appare agli astanti, un grido possente di “VIVA MARIA”, risuona da via della Conciliazione a piazza San Pietro. Apre la straordinaria processione la banda musicale, seguita dai butteri a cavallo, dagli Araldi, quindi dal vescovo Boccadoro ed i sacerdoti di Tuscania; ed ecco sul trono, artisticamente intagliato ed illuminato, sostenuto da sedici Araldi, la venerata Immagine dell’Addolorata di Tuscania seguita da due vigili urbani in alta uniforme, dal rag. Mauro Firmani in rappresentanza del Sindaco, dal sen. Onio Della Porta, da S.E. il prefetto di Viterbo dott. Pandolfini, dal comandante del gruppo Carabinieri di Viterbo, dal comandante la tenenza dei Carabinieri di Tuscania ten. Agus, ed una marea di popolo.
Si rinnovava dopo venticinque anni il trionfo dell’Addolorata, nel centro della cristianità.
Le migliaia di pellegrini, facenti ala al passaggio della straordinaria processione, sorpresi e sbigottiti da questa manifestazione di fede, l’accompagnano con continui battimani e segni riverenziali verso l’Immagine.
All’ingresso di piazza San Pietro è schierata la banda musicale ed i quaranta butteri che, all’unisono, si tolgono il cappello in segno di saluto al passaggio dell’Addolorata.
I fotografi presenti costringono gli Araldi ad una sosta presso l’obelisco, per poter riprendere l’Immagine. Ora gli Araldi si accingono a salire con il dolce peso la scalinata che conduce al sacrato della basilica, e a dirigersi verso la navata centrale. All’ingresso dell’Addolorata le migliaia di pellegrini presenti nella basilica, l’accolgono con uno scrosciante applauso. Sotto le volte del più grande tempio della cristianità, si ode il passo strisciante degli Araldi, che portano l’Immagine presso l’altare maggiore di San Pietro.
S.E. il vescovo Boccadoro, indossati i paramenti sacri, concelebra con i sacerdoti tuscanesi, la S. Messa per gli Araldi ed i fedeli entrati nella basilica. Dopo il Vangelo, S.E. annunciava ai Tuscanesi che il Santo Padre li avrebbe ricevuti in udienza dopo la S. Messa.
L’Immagine dell’Addolorata resterà esposta in San Pietro fino al pomeriggio.
Terminato il rito religioso, gli Araldi, preceduti dal loro alfiere Enrico Moretti e seguiti dai tanti Tuscanesi, si predispongono a raggiungere l’aula delle udienze. Quando vi giungono, oltre cinquemila pellegrini hanno già occupato i loro posti e salutano l’ingresso degli Araldi con simpatia ed applausi.
Il Pontefice Paolo VI, nel suo discorso ai presenti, ha parole paterne e di plauso per gli Araldi dell’Addolorata ed i butteri di Tuscania, degnandosi di donare allo scrivente, anche presidente degli Araldi, la medaglia dell’Anno Santo. Dopo l’udienza pontificia, gli Araldi con gli altri Tuscanesi, raggiungono i vari ristoranti precedentemente prenotati per consumare il pranzo.
L’appuntamento per il trasporto dell’Immagine da S.Pietro alla chiesa della Traspontina è fissato per tutti alle ore 17.00.
Purtroppo, come sovente avviene quando si ha a che fare con migliaia di persone, non tutti rispettano gli orari fissati ed all’ora stabilita, in San Pietro sono presenti gli Araldi e centinaia di fedeli, in attesa dei sacerdoti. Alle ore 18.00, disposti gli Araldi sotto il trono, il presidente ordina: “SOLLEVATE A SPALLA”, al VIA”, con passo strisciante e celere, l’Addolorata di Tuscania sulle spalle dei suoi figli, tra gli applausi dei presenti e rinnovate grida di “VIVA MARIA”, lascia la basilica di S.Pietro. La grandiosa Piazza, via della Conciliazione, fino alla Traspontina, sono percorse dagli Araldi, mentre si rinnovano tra gli astanti, scene di viva ammirazione e di fede al passaggio della Regina Addolorata. Due Araldi, con grandi cesti di garofani, portati nella mattinata da bambini di Tuscanesi residenti a Roma, precedono la sacra Immagine. Entrati nella Traspontina, si iniziano le operazioni per sistemare l’Immagine ed il Cristo morto sulla macchina che è in attesa per il ritorno a Tuscania; così per il trono. Mentre si è intenti a togliere dal trono l’Addolorata, si avvicina una madre con il figlio handicappato tutto tremante, la donna cerca di prendere il lembo del nero velo che scende dal capo ai piedi dell’Addolorata, senza riuscirvi, istintivamente io le porgo il velo che lei prende e, guardando l’Immagine, lo pone sulla testa del proprio figlio…….a questa scena io e gli Araldi presenti sentimmo una stretta al cuore e, con un groppo in gola pregammo la Madonna di esaudire le richieste di quella madre.
Così si chiudeva la giornata, che per la seconda volta, vedeva l’apoteosi dell’Addolorata di Tuscania a Roma.

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Ritorno dell’addolorata nella chiesa di S. Giovanni

1975 – IL RITORNO DELL’ADDOLORATA NELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI
Ben quattro anni sono trascorsi, prima che l’Addolorata potesse ritornare nella sua cappella, presso la chiesa di San Giovanni.
Con il terremoto del 1971, anche la nostra Madonna seguì le vicende del Suo popolo, lasciando la chiesa, seriamente danneggiata, per essere ospitata presso il convento delle clarisse, ed uscire per le solenni processioni: nel 1971 dal capannone della falegnameria Conticiani e Musi, poi dalla cappella costruita presso la baraccopoli e, infine, dalla chiesa del Riposo.
Gli Araldi attendevano con ansia l’ora in cui venisse loro concesso di riportare la sacra Immagine nella cappella in San Giovanni; e, nel 1975, i restauri della chiesa, pur non ultimati, consentirono tale opportunità.
Le macerie ingombranti molte vie cittadine, l’assenza assoluta di abitanti nel terziere di valle, erano motivi comprensibili perché si ostacolasse il ritorno dell’Immagine nella sua chiesa; ma la sera del 31 agosto 1975, alla presenza del solo parroco di San Giovanni, gli Araldi, radunatisi presso la chiesa di Santa Maria del Riposo, decidono il rientro dell’immagine a San Giovanni.
Senza il consueto cerimoniale, all’insaputa dei cittadini, esce dalla chiesa del Riposo, per non tornarci più, la Regina di Tuscania. Sul suo trono, trasportata dai suoi Araldi, non sfugge a quanti passeggiano lungo i viali di fuori porta l’inconsueta uscita dal Riposo dell’Addolorata e, come richiamati da un’unica voce, corrono verso di Lei.
Non c’e, come di consueto, la banda musicale; sono assenti il clero e le autorità, ma sono presenti tutti i suoi Araldi, ed un folto gruppo di fedeli che va sempre aumentando mentre gli Araldi, con passo celere, scendono la ripida discesa del Riposo.
Gli abitanti di via Fontana Nuova, con sorprendente velocità, accendono lumi ad olio e ceri per salutare il passaggio della Vergine Maria. A largo XII Settembre si profila gente appollaiata sulle macerie che applaude e piange. Passa la Vergine Addolorata nelle vie del centro storico, ancora poco abitato, dove sono evidenti i segni della vita interrotta in quella tragica sera del 6 febbraio 1971. Lungo via XII Settembre, largo Bixio, piazza Mazzini, solamente qualche finestra illuminata; i fili della corrente penzolanti o bassi, ostacolano il passaggio dell’Immagine, costringendo gli Araldi a inconsuete manovre per proseguire il cammino.
In via Cavour, persiane pericolosamente sbattenti sulle buie finestre, gigantesche gru e betoniere silenziose, cumuli di tufi e rena, vie e strade sconnesse, non impediscono il procedere degli Araldi, oramai vicini alla chiesa di San Giovanni.
Le preci e i canti dei fedeli che seguono l’Addolorata, echeggiano nella via silente e sembrano voler annunciare il ritorno della vita, ove era stato rovina e morte.
E’ la prima volta nella sua storia, che la sacra Immagine, rientra a San Giovanni scendendo da via Cavour. In piazza Matteotti, illuminata da un riflettore istallato su di una gru, è possibile vedere solo macerie e costatare il silenzio più sconcertante.
Il comando”A TERRA”, del direttore degli Araldi, è coperto dal grido di “VIVA MARIA” dei fedeli presenti. Una breve sosta davanti la chiesa, prima di oltrepassare le due porte che immettono nella navata centrale, quindi il: “PRONTI-SOLLEVATE-VIA”. Dopo i lavori di restauro, i tre gradini della seconda porta sono stati alzati di qualche centimetro ed il trono con l’Immagine, vi entrano in maniera millimetrica.
Gli Araldi, piegati, con la tensione nervosa al limite di sopportazione, superano questo imprevisto, ultimo ostacolo e depongono l’Immagine all’interno della chiesa, mentre i fedeli, che dall’esterno hanno seguito nel più assoluto silenzio l’azione, esplodono gridando: “VIVA MARIA”. Quando gli Araldi raggiungono l’altare maggiore per deporvi la loro Regina, lanciano un possente saluto a voce, quale ringraziamento alla Madre, che ha concesso loro la possibilità di riportarLa nella sua casa.

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1973 50° dell’Incoronazione

1973 – CINQUANTESIMO DELL’INCORONAZIONE DELL’ADDOLORATA REGINA DI TUSCANIA


Nel 1973, ricorrendo il cinquantesimo dell’incoronazione dell’Addolorata Regina di Tuscania (1923), anche se molta parte della città era ancora ingombra di macerie e la ricostruzione era agli inizi, gli Araldi vollero che la ricorrenza venisse solennizzata.
Davanti al sacrato della nuova chiesa del Sacro Cuore, venne esposta la sacra Immagine dell’Addolorata, vegliata a turno dagli Araldi, fino al momento solenne della concelebrazione della S. Messa da parte di S.E. il Cardinale Guerri, S.E. il Vescovo diocesano Boccadoro, S.E. il Vescovo Pocci, presenti i parroci di Tuscania, i seminaristi del seminario diocesano, le Autorità Civili e Militari, una massa imponente di popolo. A chiusura dell’indimenticabile giornata, sfilò per le vie della nuova città, sorta fuori le mura castellane, la solenne processione con l’Addolorata.
Anche in questa circostanza, gli Araldi vennero complimentati ed elogiati per il loro comportamento durante le celebrazioni, sia da S.E. il Cardinale Guerri, sia da altre persone che avevano presenziato la solenne cerimonia, rinnovante il patto d’amore dei Tuscanesi con la loro Regina.

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