Atti 1,1-11; Salmo 46 (47); Efesìni 1,17-23; Matteo 28,16-20
Missione

Ci si domanda con ansia quale tipo di vita avremo nei prossimi tempi. Gesù, trascurando ogni criterio umano, parla, agisce perché lo svolgersi della Storia divenga un cammino di Salvezza e dona a chi gli è fedele «uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui».
I discepoli, «però, dubitarono» delle sue parole e rivolsero attenzione ad una speranza, tutta umana, domandando: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Gesù rispose immediatamente: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti». Quasi un ‘cosa volete da me? «Il Padre ha riservato al suo potere» la realizzazione del Regno. Per non scoraggiarli, aggiunge: «riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi; tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
A poco a poco i discepoli si resero responsabili di aver attivamente partecipato alla manifestazione di Gesù Figlio di Dio. La loro non fu una illusione o autosuggestione perché «Egli si mostrò a essi vivo». Ripensarono agli accadimenti che in loro si erano verificati perché «Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo». Gesù, «con molte prove», si mostrò loro vivente «apparendo loro» non una sola volta, ma «durante quaranta giorni», continuando ad istruire loro, i suoi, «che erano nel mondo, parlando delle cose riguardanti il regno di Dio».
E l’evento che ricordiamo: «Dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo, Gesù fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi».
Da allora, per ogni tempo, Gesù innalza al Padre una preghiera perché «illumini gli occhi del vostro cuore».
Cresce nei discepoli la coscienza della bellezza di dedicare l’esistenza alla continuazione ed al completamento dell’opera di Salvezza da Gesù iniziata. Accade ancora sotto il suggerimento e la spinta efficace della Parola che si manifestò, quasi bruscamente, quel giorno: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo»?
Cosa state a perder tempo? È ora di svegliarvi da questa estasi, sonno divino che vi pervade. «Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».
Iniziate a guardare le vostre mani e d i vostri piedi per continuare a percorrere le vie del mondo già percorse da Gesù.
Dio «vi ha chiamati» a donare «speranza»: «Di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Gesù supera le obiezioni inespresse di ogni discepolo e continua: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra».
Vive, oggi, la comunità, unica, dei credenti in Gesù: «è il corpo di lui». Noi la chiamiamo ‘Chiesa’ e Dio, «come capo su tutte le cose», il dono della missione «lo da’ alla Chiesa».
È dono di missione, non di regno. Nel linguaggio umano si equivoca sulla parola ‘Chiesa’: le attribuiamo il significato di ‘coloro che nella Chiesa hanno potere’ e che, invece, hanno soltanto ‘servizio’. Si attribuisce la ‘missione’ ad alcuni ‘missionari’, anche venerandoli nella loro opera, attendendo da loro il primo annuncio. È, questo, un grave decadimento della missione: essa riguarda ogni credente:
1. «Andate e fate discepoli tutti i popoli»;
2. «Battezzateli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»;
3. «Insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato».
Non vi perdete d’animo quando il mondo non accetterà il vostro annuncio. Già lo hanno fatto con me. Il mio annuncio è vivente in voi. State sereni e crescete nella speranza che è in voi. «Ed ecco», siate sicuri: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Non si può dolcificare né ‘annacquare’ la Parola: è netta. Nemmeno commentare.
(didon)