Isaìa 60,1-6; Salmo 71 (72); Efesìni 3,2-3a.5-6; Matteo 2,1-12
Nella verità, la vera libertà
La festa dell’Epifania annuncia e manifesta Gesù, figlio di Maria, come Salvatore.
E’ saluto ed augurio la Sacra Scrittura: «Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te».
Meditando con la Parola la storia attuale, constatiamo che «la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli». Dall’ascolto della Parola sorge speranza per una testimonianza cristiana: «su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te».
Credenti nel Vangelo, ci si augura che «tutti si radunino, vengano a te». Riuscendo a mutare la storia, «guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore».
Non solo gli Apostoli, ogni credente, si può rivolgere ai fratelli nella fede e proclamare: «penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore». Essere coscienti che ogni ascoltatore della Parola può riferire a sé la missione che «per rivelazione è stato fatto conoscere il mistero»: tutti chiamati ad essere testimoni del mistero di grazia «rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito».Quale mistero, quale missione ci riguarda? «Che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo».
Tutti i popoli sono in attesa di un mondo diverso, non solo migliore. Tutti hanno «visto spuntare la stella» e sono «venuti ad adorarlo»: la speranza del Dio di Gesù non abbandona figli e fratelli.
L’augurio rivolto a Betlemme è per ogni popolo: «E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda». «Da te»: da ogni popolo può sorgere la capacità di accogliere la salvezza: «Da te uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo».
«Il re Erode (segno di tutti i potenti) restò turbato e con lui tutta Gerusalemme (segno di ogni popolo incapace di alzare gli occhi e vedere la «stella»): il male ed i malvagi sono ancora all’opera e, di fronte alla luce nuova, verranno, ingannevoli e menzogneri, a domandare: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?». Tenderanno insidie: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Quando, però, i popoli decideranno di entrare «nella casa», vedranno «il bambino con Maria sua madre»: a loro, non al dio denaro ed al potere, «si prostreranno e adoreranno». Comprenderanno il percorso da compiere, saranno capaci di offrire doni di libertà e di verità.
Compreso il mistero di salvezza, «per un’altra strada» i popoli decideranno di fare «ritorno al loro paese», ricostruiranno animi, case e speranze.