Fu costruita tra il 1290 ed il 1310 e, nella parte a sinistra, è addossata alle mura castellane. La facciata rettangolare è in cortina di nenfro a vista ed a coronamento rettilineo e con due cornici : una dentellata ed una modanata. Il portale è adornato da colonnine tortili, da capitelli e da un affresco del 1500 nella lunetta col la Vergine con Gesù, San Silvestro e san Giuseppe. Il campanile è a tre livelli ed ha tre bifore romaniche, in una campana è scolpita la data del 1271. E’ dedicata al santo che fu papa nel 314 ed il suo pontificato durò ben ventidue anni. In quel periodo furono costruite a Roma le basiliche di San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, San Pietro e San Paolo.
La chiesa di Tuscania è a navata unica rettangolare con i conci squadrati e con la volta scandita da quattro arconi trasversi a sesto acuto in cinque campate.

E’ coperta da travi in legno. L’interno è a muratura a vista con blocchi di tufo e di nenfro ed in parte è intonacato. L’abside è a fondo piano con l’archivolto sorretto da mensole. Nella controfacciata si ammira l’affresco del Lignum vitae Christi, dei pittori aretini Gregorio e Donato; nel fondo di colore blu, l’albero della vita di Gesù con sei rami per lato e sui rami i versetti di dodici strofe : quattro sull’origine e la vita, quattro sulla passione e quattro sulla glorificazione. Cristo crocefisso è tra due angeli piangenti con sua Madre e San Giovanni Evangelista, contriti ai suoi piedi. Quattro busti dei profeti Isaia, Ezechiele, Daniele e Mosè sono in alto e completano l’affresco sant’Agnese con l’agnellino e la Madonna con Bambino Gesù che le porge la mela, simbolo della passione. Alla sommità dell’albero è presente il pellicano, animale che simboleggia Cristo ed il suo sacrificio, infatti si lacera il petto e nutre i suoi piccoli. Da ogni ramo pende un frutto tondo con la scritta che spiega il versetto. L’immagine dell’albero della vita è antichissima come la tradizione cristiana ed era destinata da Dio a trasmettere al mondo la salvezza. San Bonaventura da Bagnoregio descrisse l’albero dalla radice alla cima e l’albero è Cristo stesso che ,con la sua passione ,divenne simbolo della vita e della salvezza: il mistero pasquale della morte e della resurrezione. Il santo francescano scrisse quest’ opera, che ha un grande significato ecclesiologico, per aiutare i cristiani a pregare. Il committente dell’affresco fu un laico benestante di Toscanella. Nel terzo arco un affresco della crocifissione del 1300. Dal 1568 la parrocchia di San Silvestro fu diretta dal rettore della parrocchia di San Marco e nel 1569 il vescovo Giovanni Francesco Gambara decretò l’unione perpetua delle due parrocchie. Nel 1687 furono realizzati due altari laterali in stucco. In uno vi era il quadro di Sant’Antonio in adorazione di Gesù Bambino, che ora si trova nella chiesa di San Marco. Nel 1700 in questa chiesa aveva sede la Confraternita degli Agonizzanti per l’assistenza ai moribondi.