Isaìa 50,5-9; Salmo 114 (116); Giacomo 2,14-18; Marco 8,27-33.
Madonna Addolorata
Ebrei 5,7-9; Salmo 30 (31); Giovanni 19,25-27; Luca 2,33-35
Trasumanare
1. Soli: umano è infliggere dolore o subirlo. Sentirsi soli rende più grave la sofferenza. Giuseppe e Maria non si sono sentiti accolti e «si stupivano» di ciò che vedevano accadere al Figlio Gesù.
Simeone ed Anna sotto l’azione dello Spirito proclamano: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele». La profezia coinvolge direttamente Maria, la Madre: «A te una spada trafiggerà l’anima». I discepoli si sentirono soli quando Gesù «cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato, venire ucciso». L’Amore è irragionevole: «Pietro prese in disparte Gesù e si mise a rimproverarlo». A Pietro non piacevano le parole di Gesù, ma lui a Pietro rispose: «Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Gesù continua: «La gente, chi dice che io sia?». Pietro, ora, ha ben compreso Gesù e, con entusiasmo, risponde: «Tu sei il Cristo». Ogni persona è chiamata a rispondere al ‘Chi sei’, non al ‘Cosa fai’ ed a ‘credere’ in se stessa, a non rifiutare la criticità del corpo, a vivere per divenire gloria.
Gesù, dal terzo giorno, è il Vivente: divenga aspirazione umana per essere accolti nel volto di Dio.
Nella Pasqua la Madre, Maria, è con il Figlio, Gesù, che, «pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì»; Maria «stava» presso la Croce del Figlio: «non hanno opposto resistenza» ad assumere la sofferenza. Gesù così «divenne causa di salvezza eterna»; Maria presente e partecipe della Croce si sentirà sola con il Figlio di fronte allo sgomento del mondo.
«Gesù disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». «Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». La solitudine di Maria terminò: «E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé».
Desiderio ardente di Gesù è non lasciare soli. Non lasciamo solo nessuno. E se gli educatori si sentissero soli?
Troppo spesso, sentendoci soli, ci sfoghiamo nel criticare il mondo malato. Questo mondo non viene sanato da reprimende e critiche. Criticare e giudicare è un mondo per ‘chiamarsi fuori’: opportuno è non esser soli per sentirsi uniti e concordi e così progettare efficacemente l’educare all’amore.
2. Gloria: Dante Alighieri, nel primo canto del Paradiso, afferma che, per giungere alla gloria, dobbiamo ‘trasumanare’: Gesù, per tornare al Padre, ha ‘trasumanato’, ha trasformato, nella Resurrezione, il suo essere anche uomo e l’ha reso esperienza di gloria. Gesù Cristo Risorto sfugge alla immediata percezione dei suoi discepoli. Superato lo smarrimento, i discepoli annunciano[LD1] : «Abbiamo visto il Signore».
Come Gesù Cristo è bello, tra le infedeltà umane, progressivamente giungere al livello superiore dell’esistenza: costruire gloria, aprirsi ad un orizzonte oltre la realtà creata, senza staccarsi da essa; lasciar cadere ciò che è provvisorio e trasumanare la realtà. Dante Alighieri afferma: potete realizzarlo «voialtri che drizzaste il collo per tempo al Pan degli angeli», all’Eucaristia. Il ‘trasumanare’ iniziato da Gesù Cristo, proclamato dai discepoli, ha bisogno di completezza in noi.
«A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo?» E quali sono le opere della fede? I riti? «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro»: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi, ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve?».
«Al contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere: mostrami la tua fede senza le opere e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede».
Discussioni non sono utili né sono belle. «Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta».
(didon)