Madre mia dolce, aprimi in sen le vene
de le lacrime, sì ch’io mai non cessi
di piangere i miei falli e le tue pene.
Presso la croce stai con fiso il ciglio
come impetrita, a rimirar le esangui
lacere membra del divin tuo figlio.
Un mare senza lido è il tuo dolore;
né v’ha chi lo consoli; oh, potess’io,
teco gemendo, alleggerirti il core!
Le spade che ti trafissero, nel mio
tutto vorrei confitte e poi morire
pel tuo Gesù, per te morir d’amore
LA SOLENNE INCORONAZIONE
Vidi una Madre che piangea; di fronte
un porporato padre, tutto ardore
che salito parea nell’aspro monte
a lenir, a sorbir di lei il dolore.
Vidi corone d’or; parea una fonte
di rai che ognun piovesse il suo furore
quasi a lavar le sacrileghe onte
cui fu bersaglio quel materno core.
La corona posò sul capo eletto…
Gli incensi, i plausi, i pianti, l’armonia…
Era gioia o dolor? Estasi o incanto?
Ella pareami dir: su questo petto
se vuoi depor del duol, l’alta poesia
dolce, sacro divien regale il pianto.
E la Vergine santa benedica tutti e su tutti regni come Madre amorosa e cara sovrana nel dolore e nel gaudio.
Deo gratias
don Domenico Brizi – Parroco di san Giovanni decollato.